iPhone vietato in Italia. Vediamone la causa - Tuttoxandroid

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23 giugno 2017

iPhone vietato in Italia. Vediamone la causa

Prima di discutere il fatto che l'iPhone venga vietato in Italia è bene conoscere un paio di persone:
Giuseppe Stefano Quintarelli: 14 giugno 1965, politico, informatico e blogger. Laureato in Scienze dell'informazione a Milano, dove conobbe Gianni degli Antoni.
Nel 1989 fonda il MI.NE.R.S. (MIlano NEtwork Researchers and Students), la prima associazione telematica studentesca italiana il quale ha realizzato la prima rete indipendente di posta elettronica in Italia ed il primo sistema telematico per l'iscrizione ad esami universitari.
Per altre info: wikipedia

Gianni degli Antoni: 4 marzo 1935 - 9 aprile 2016, accademico e informatico. Laureato in Fisica all'acccademia di Milano con la tesi: Introduzione all'automazione di misure.
Per altre info: wikipedia



E' stato presentato oggi un decreto legislativo (DDL) riguardante l'articolo 4 in materia di sistemi chiusi da parte di S. Quintarelli, appoggiato dal Movimento 5 Stelle, e chiede che tutti possano usarne software, servizi e contenuti in modo libero.
«Finirà che dovremo fare un cellulare apposta per l’Italia. O bloccare i nostri»
 Questo DDL va contro la politica di Apple, e metterebbe in crisi M. Renzi e il CEO Tim Cook dato che hanno aperto da poco un centro di sviluppo app a Napoli.

Il disegno di legge, fortemente voluto da S. Quintarelli, Civici e Innovatori, storico esperto della rete, è più volte intervenuto contro i giganti del web, per chiedere il pagamento delle tasse anche in Italia. La sua legge, però, è più radicale. Perché all’articolo 4 si spiega che gli utenti "hanno il diritto di utilizzare a condizioni eque e non discriminatorie software, proprietario o a sorgente aperta, contenuti e servizi leciti di loro scelta". Su computer e dispositivi mobili Apple, non è possibile installare software a sorgente libera, per cui c''è il rischio che i dispositivi della casa americana siano inutilizzabili in Italia se non tramite jailbreak.

La legge proposta sembra non avere fine quando, al Senato, è arrivata notizia di una calendarizzazione, facendo muovere i parlamentari renziani che da tempo vogliono evitare vincoli troppo pesanti in fatto di tasse.
"Il fine della legge può apparire giusto, ma se applicata solo in Italia può produrre una distorsione di mercato enorme e incomprensibile. Sarebbe più corretto attendere la definizione di regole precise europee, perché i servizi digitali non hanno confini nazionali. Altrimenti, è come se avessimo deciso da soli di annullare il roaming soltanto in Italia"
 Anche Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si dimostra contrario.
"Non c’è un bisogno assoluto di fare una legge in questa materia, perché è già in gran parte disciplinata dal regolamento. Sarebbe improprio procedere. Abbiamo fatto sapere più volte in via informale a Quintarelli che, se vogliono andare avanti, deve esserci un pieno rispetto del regolamento e non si devono creare situazioni di incertezza giuridica e discipline diverse. Anche perché, in caso di contenzioso, la primazia sarebbe del regolamento europeo"


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