Può Netflix bloccare gli account condivisi? - Tuttoxandroid

Breaking

16 settembre 2019

Può Netflix bloccare gli account condivisi?

Inutile nasconderlo, molti fruitori di Netflix accedono a questa piattaforma grazie all' amico/parente che gli ha fornito la password. Questa pratica è oggi abbastanza comune e riguarda anche altri servizi come Spotify, Amazon Music, Apple Music, Steam, Xbox Live, Dropbox e tanti altri. Sono nati servizi in grado di mettere in contatto gli utenti che desiderano condividere un servizio, come per esempio Together Price.



Per In questo articolo vedremo se Netflix può bloccare il nostro account se condividiamo la password con uno o più amici.
Da uno studio condotto è risultato che il 38% degli utenti Netflix non paga nulla. In pratica, possono accedere al servizio con password concesse senza pagare un centesimo. E a quanto pare, la cosa non piace troppo a Netflix, che introita sicuramente meno.


Netflix può bloccare un account se quest'ultimo condivide la password?


Nei termini e condizioni di Netflix ci sono due punti che parlano delle conseguenze della condivisione di una password. La Sezione 4.2 chiarisce che il servizio è per uso personale , non commerciabile e non può essere condiviso con persone fuori casa



Può Netflix bloccare l'account se condiviso?


D'altra parte, al punto 5 leggiamo che l'abbonato è responsabile dell'attività svolta da tale account e che Netflix può annullarlo o bloccarlo unilateralmente per tutelare l'utente e la sua piattaforma da qualsiasi attività fraudolenta.

In sostanza, Netflix potrebbe bloccare il vostro account se state condividendo la password con i vostri amici. I termini e le condizioni chiariscono che si tratta di un servizio di uso personale che non può essere condiviso con persone che non vivono in casa. E sebbene la condivisione dell'account costituirebbe una violazione dei termini di utilizzo, Netflix ti consente di creare profili diversi in modo che più persone possano utilizzarlo.



La condivisione alla base del risparmio


Sembra che Netflix non si preoccupi molto di ciò che i suoi utenti fanno con gli account, ne è la dimostrazione il fatto che moltissimi condividono la password senza aver mai subito nessuna conseguenza o restrizione. Sebbene i termini e le condizioni chiariscano che gli account non devono essere condivisi, la società non li annulla quando ciò accade.

Stando ad alcune ricerche, la condivisione dell'account da parte di molti utenti non causa un grande ammanco nelle casse dell'azienda, non a caso l'azienda ha fatto registrare crescenti entrate monetarie negli ultimi anni. Di sicuro questo fenomeno inciderà sui guadagni della piattaforma di streaming. Si stima, che Netflix perde circa 2,3 miliardi di euro all'anno a causa delle password condivise. 

Se gli utenti non-paganti si abbonassero, l'azienda avrebbe 680 milioni di euro in più ogni anno.

Come dicevamo prima, Netflix non si scompone, per un semplice motivo. Innanzitutto l'azienda ha previsto, insieme agli abbonamenti Standard, anche quelli Premium che consentono di recuperare una parte dei soldi persi, circa cento milioni di euro all'anno. Un altro motivo risiede nel fatto che avere un pubblico ampio ti permette di interpretare il ruolo di primo livello nel settore video-streaming e frenare l'avanzata di altri servizi di streaming video, come ad esempio Amazon Prime Video, compreso nell'abbonamento Amazon Prime.



Le cose potrebbero però cambiare...


È sicuramente lecito pensare che in futuro Netflix inizierà a irrigidirsi attorno alle condizioni contrattuali e attuerà una caccia alle streghe nei confronti dei "trasgressori". Nel mese di gennaio 2019 l'azienda britannica Synamedia ha presentato al CES una tecnologia in grado di "beccare" chi condivide la propria password con altri utenti. Tale tecnologia analizza i dati forniti tramite il cosiddetto "machine learning" e passerà al setaccio l'enorme mole di informazioni in possesso, prendendo in considerazione luoghi in cui si registrano accessi agli account, contemporaneità in cui vengono utilizzati i servizi, quali contenuti vengono visualizzati, su quali dispositivi ecc. ecc.  La tecnologia sarà in grado di rilevare gli account sospetti e avvertire il fornitore dei servizi (Netflix, Amazon, Microsoft ecc.). 

Possiamo concludere l'articolo ricorrendo a una celebre canzone "Fin che la barca va..."


Nessun commento: