In questo articolo ci interrogheremo se vale la pena sostituire il nostro vecchio televisore con una nuova, a risparmio energetico. La tanto sbandierata lettera verde A+, non è sempre sinonimo di risparmio energetico. Quante volte ci siamo fatti tentare dal nuovo televisore, esposto in vetrina dai centri commerciali, con la prospettiva di risparmiare denaro?
In questo articolo non vogliamo assolutamente demonizzare le etichette per la classe energetica, che riteniamo essere un utile indicatore, ma vogliamo sensibilizzare i nostri lettori a prestare massima attenzione, perché le cose sono diverse da quelle che sembrano.
C'è da sapere che produttori e rivenditori pubblicizzano consumi energetici minimi per i loro elettrodomestici, schematizzando in maniera impropria sull'etichetta i consumi "ideali" dell'elettrodomestico.
L'esatto consumo e i costi annui sono invece riportati solo su piccolissime etichette sull'imballo.
Confrontando i consumi, è facile notare una "leggera" discrasia, e le indicazioni si presentano incompatibili con la realtà , visto che tali valori sono rilevati in laboratorio, in condizioni di utilizzo ideali. Le dure leggi del marketing (e la legge) impongono di evidenziare, con caratteri maiuscoli, le classi di efficienza energetica. Le lettere vanno dalla A alla G, di colore verde, giallo e rosso; ai dispositivi particolarmente parsimoniosi di consumi, vengono assegnate addirittura dei + aggiuntivi (classe A+, A++, A+++).
Guai a uniformare i prodotti
Si è portati a pensare che un elettrodomestico con etichetta A, richieda meno corrente rispetto ad un modello simile della concorrenza di classe B. Questo è il primo errore che facciamo tutti. È facile trovare un televisore di 55 pollici, classe A, che consuma 130 Watt, mentre un modello da 32 pollici, con lo stesso consumo energetico, viene assegnato la classe G.
È scontato dire che un televisore di dimensioni notevoli consuma molto di più rispetto al modello che ha meno pollici.
Va detto che i televisori di 8-10 anni fa consumano in media di più rispetto a quelli odierni. Ad esempio un "vecchio" televisore da 32 pollici, acquistato 6-7 anni fa consuma a spanne quanto un odierno televisore da 50 pollici. La tendenza degli ultimi anni vede la predominanza di schermi sempre più ampi e i consumi rimangono pressoché gli stessi. In parole povere: la bolletta sarà più o meno la stessa, ma avremo in cambio un televisore molto più grande e con definizione di immagine più soddisfacente.
Conviene sostituire il vecchio televisore per risparmiare corrente?
Se avete intenzione di sostituire un televisore di vecchia generazione, la convenienza è evidente. Nel corso di questi anni, la tecnologia si è evoluta in maniera repentina. Siamo passati dai vecchi tubi catodici alla tecnologia a LED.
La prima generazione di televisori al plasma in Full HD fu sicuramente apprezzata per l'alta resa delle immagini e una qualità palpabile agli occhi. L'unica (e grande) controindicazione era data dal fatto che questi televisori fossero avidi di corrente. Esprimendoci in cifre, un televisore da 40 pollici consumava più di 380 Watt. Oggi, l'analogo modello a Led (di classe A) ne consuma circa 65 Watt. La sostituzione di un dispositivo ancora funzionante con uno nuovo, solo per via di un elevato consumo energetico, si rivela antieconomica, nonostante le bollette della corrente siano meno pesanti. Nella tabella potete rendervi conto dei costi annuali generati da un televisore, con uso medio di quattro ore. La tabella risponde alla domanda: quanto consuma la mia televisione? È facile intuire che l'ammortamento avverrà dopo diversi anni (decenni).
Misurazioni con il trucco
Una prassi comune a molti produttori è quello di "falsare" le misurazioni. Non è escludibile un incongruenza tra i dati riportati sull'etichetta e i consumi reali del dispositivo. Questa pratica è diffusa oramai dalla notte dei tempi, ad esempio le indicazioni sul consumo di carburante, riportate sulla pubblicità , potrebbero essere "viziate" da alcuni stratagemmi studiate appositamente alle case costruttrici di automobili; ad esempio quel determinato consumo si verifica solo senza l'utilizzo dell'aria condizionata o dei fari, o spingendo sensibilmente l'acceleratore o peggio ancora sfruttando il vento a favore durante i test.
Nel mercato delle televisioni avviene più o meno la stessa cosa. Dovete sapere che le indicazioni del consumo energetico, si basano sulle impostazioni di fabbrica per un uso privato, in cui le immagini sono piuttosto spente (e il consumo è notevolmente inferiore). Quando invece vediamo il televisore in esposizione, i rivenditori utilizzano la modalità Shop, dove sui televisori le immagini brillano di un intensità quasi fastidiosa alla vista. La legge prevede che la luminosità delle impostazioni di fabbrica non sia inferiore al 65% di quella massima. Le modalità per eludere questa imposizione sono infinite. Ad esempio Samsung ha introdotto, come impostazione di fabbrica, una strana "luminosità legata al movimento delle immagini". Le immagini statiche sono sufficientemente illuminate (si rispetta quindi il 65% della luminosità massima), mentre le sequenze dinamiche appaiono abbastanza scure, il televisore non essendo un quadro in cui viene proiettata un immagine statica, tende a consumare più di quanto dichiarato (circa un 25% in più) che in soldoni equivalgono a poco meno di 10 euro, sempre facendo riferimento a un uso medio di 4 ore al giorno.
Quanto consumano gli altri prodotti correlati e non?
Misurare i consumi autonomamente
Avete la possibilità di verificare da soli il consumo di corrente dei vostri elettrodomestici. Per farlo vi basterà acquistare un apposito strumento per la rilevazione dei consumi (e quindi anche dei costi). Il suo utilizzo è estremamente semplice, vi basterà staccare la presa dalla corrente a muro e inserirla in questo apparecchio che va collegato comunque alla presa a muro. La rivelazione sarà idonea solo per misurazioni effettuato su un lasso di tempo abbastanza abbondante.
In questo articolo non vogliamo assolutamente demonizzare le etichette per la classe energetica, che riteniamo essere un utile indicatore, ma vogliamo sensibilizzare i nostri lettori a prestare massima attenzione, perché le cose sono diverse da quelle che sembrano.
C'è da sapere che produttori e rivenditori pubblicizzano consumi energetici minimi per i loro elettrodomestici, schematizzando in maniera impropria sull'etichetta i consumi "ideali" dell'elettrodomestico.
L'esatto consumo e i costi annui sono invece riportati solo su piccolissime etichette sull'imballo.
Confrontando i consumi, è facile notare una "leggera" discrasia, e le indicazioni si presentano incompatibili con la realtà , visto che tali valori sono rilevati in laboratorio, in condizioni di utilizzo ideali. Le dure leggi del marketing (e la legge) impongono di evidenziare, con caratteri maiuscoli, le classi di efficienza energetica. Le lettere vanno dalla A alla G, di colore verde, giallo e rosso; ai dispositivi particolarmente parsimoniosi di consumi, vengono assegnate addirittura dei + aggiuntivi (classe A+, A++, A+++).
Guai a uniformare i prodotti
Si è portati a pensare che un elettrodomestico con etichetta A, richieda meno corrente rispetto ad un modello simile della concorrenza di classe B. Questo è il primo errore che facciamo tutti. È facile trovare un televisore di 55 pollici, classe A, che consuma 130 Watt, mentre un modello da 32 pollici, con lo stesso consumo energetico, viene assegnato la classe G.
È scontato dire che un televisore di dimensioni notevoli consuma molto di più rispetto al modello che ha meno pollici.
Va detto che i televisori di 8-10 anni fa consumano in media di più rispetto a quelli odierni. Ad esempio un "vecchio" televisore da 32 pollici, acquistato 6-7 anni fa consuma a spanne quanto un odierno televisore da 50 pollici. La tendenza degli ultimi anni vede la predominanza di schermi sempre più ampi e i consumi rimangono pressoché gli stessi. In parole povere: la bolletta sarà più o meno la stessa, ma avremo in cambio un televisore molto più grande e con definizione di immagine più soddisfacente.
Conviene sostituire il vecchio televisore per risparmiare corrente?
Se avete intenzione di sostituire un televisore di vecchia generazione, la convenienza è evidente. Nel corso di questi anni, la tecnologia si è evoluta in maniera repentina. Siamo passati dai vecchi tubi catodici alla tecnologia a LED.
La prima generazione di televisori al plasma in Full HD fu sicuramente apprezzata per l'alta resa delle immagini e una qualità palpabile agli occhi. L'unica (e grande) controindicazione era data dal fatto che questi televisori fossero avidi di corrente. Esprimendoci in cifre, un televisore da 40 pollici consumava più di 380 Watt. Oggi, l'analogo modello a Led (di classe A) ne consuma circa 65 Watt. La sostituzione di un dispositivo ancora funzionante con uno nuovo, solo per via di un elevato consumo energetico, si rivela antieconomica, nonostante le bollette della corrente siano meno pesanti. Nella tabella potete rendervi conto dei costi annuali generati da un televisore, con uso medio di quattro ore. La tabella risponde alla domanda: quanto consuma la mia televisione? È facile intuire che l'ammortamento avverrà dopo diversi anni (decenni).
Pollici
|
32 Pollici
|
40 pollici
|
50 pollici
|
55 pollici
|
A+
|
Fino a 32 Watt
(14
euro annui)
|
Fino a 48 Watt
(20
euro annui)
|
Fino a 73 Watt
(29
euro annui)
|
Fino a 84 Watt
(32
euro annui)
|
A
|
Fino a 41 Watt
(17
euro annui)
|
Fino a 63 Watt
(25
euro annui)
|
Fino a 94 Watt
(36
euro annui)
|
Fino a 110 Watt
(43
euro annui
|
B
|
Fino a 58 Watt
(25
euro annui)
|
Fino a 89 Watt
(35
euro annui)
|
Fino a 133 Watt
(53
euro annui)
|
Fino a 155 Watt
(60
euro annui
|
C
|
Fino a 84 Watt
(34
euro annui)
|
Fino a 128 Watt
(50
euro annui)
|
Fino a 191 Watt
(74
euro annui)
|
Fino a 223 Watt
(87
euro annui
|
D
|
Fino a 85 Watt
(35
euro annui)
|
Fino a 129 Watt
(51
euro annui)
|
Fino a 192 Watt
(75
euro annui)
|
Fino a 224 Watt
(88
euro annui
|
Si tiene conto di un uso medio di 4h al giorno
Misurazioni con il trucco
Una prassi comune a molti produttori è quello di "falsare" le misurazioni. Non è escludibile un incongruenza tra i dati riportati sull'etichetta e i consumi reali del dispositivo. Questa pratica è diffusa oramai dalla notte dei tempi, ad esempio le indicazioni sul consumo di carburante, riportate sulla pubblicità , potrebbero essere "viziate" da alcuni stratagemmi studiate appositamente alle case costruttrici di automobili; ad esempio quel determinato consumo si verifica solo senza l'utilizzo dell'aria condizionata o dei fari, o spingendo sensibilmente l'acceleratore o peggio ancora sfruttando il vento a favore durante i test.
Nel mercato delle televisioni avviene più o meno la stessa cosa. Dovete sapere che le indicazioni del consumo energetico, si basano sulle impostazioni di fabbrica per un uso privato, in cui le immagini sono piuttosto spente (e il consumo è notevolmente inferiore). Quando invece vediamo il televisore in esposizione, i rivenditori utilizzano la modalità Shop, dove sui televisori le immagini brillano di un intensità quasi fastidiosa alla vista. La legge prevede che la luminosità delle impostazioni di fabbrica non sia inferiore al 65% di quella massima. Le modalità per eludere questa imposizione sono infinite. Ad esempio Samsung ha introdotto, come impostazione di fabbrica, una strana "luminosità legata al movimento delle immagini". Le immagini statiche sono sufficientemente illuminate (si rispetta quindi il 65% della luminosità massima), mentre le sequenze dinamiche appaiono abbastanza scure, il televisore non essendo un quadro in cui viene proiettata un immagine statica, tende a consumare più di quanto dichiarato (circa un 25% in più) che in soldoni equivalgono a poco meno di 10 euro, sempre facendo riferimento a un uso medio di 4 ore al giorno.
Quanto consumano gli altri prodotti correlati e non?
Consumo in funzione (4h)
|
Consumo in standy
(20 h)
|
Spesa
annua
|
|
Decoder
Sky
|
20 Watt
|
0.5 Watt
|
9
euro
|
Stereo
|
18 Watt
|
0.3 Watt
|
8
euro
|
Modem
Router
|
19 Watt
|
0 * (no standby)
|
22
euro
|
Computer
|
38 Watt
|
0.3 Watt
|
24
euro
|
Stampante
|
30 Watt
|
4 Watt
|
21
euro
|
Misurare i consumi autonomamente
Avete la possibilità di verificare da soli il consumo di corrente dei vostri elettrodomestici. Per farlo vi basterà acquistare un apposito strumento per la rilevazione dei consumi (e quindi anche dei costi). Il suo utilizzo è estremamente semplice, vi basterà staccare la presa dalla corrente a muro e inserirla in questo apparecchio che va collegato comunque alla presa a muro. La rivelazione sarà idonea solo per misurazioni effettuato su un lasso di tempo abbastanza abbondante.