[Editoriale] Internet e ISIS: i due lati della propaganda in rete - Tuttoxandroid

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6 settembre 2015

[Editoriale] Internet e ISIS: i due lati della propaganda in rete

Lo stato islamico sta terrorizzando il globo con i suoi attacchi generalmente violenti e fintamente ispirati ai principi del Corano. Ma grazie a cosa un'organizzazione assetata di potere e di denaro può tenere sul filo del rasoio un intero globo? 

La risposta viene da sè quando pensiamo agli sviluppi che la tecnologia ha avuto in questi anni e a cosa questo avanzare deve essere grato. Ovviamente la risposta è la rete internet
La rete internet e gli smartphone sono i principali strumenti con cui i "legionari" dello Stato Islamico riescono a raggiungere la più ampia porzione di mondo, ormai totalmente connesso alla rete grazie ai vari Social. 
Sebbene l'avanzata della banda larga nei paesi nord-africani ed arabi non abbia raggiunto livelli esorbitanti, attraverso i siti più famosi al mondo, tra cui Twitter, il social-network più utilizzato dal Califfato, i belligeranti islamici riescono a raggiungere i cosiddetti foreign fighters

Chi sono i foreign fighters?

Letteralmente il termine significa "lottatore straniero", ovvero i guerriglieri provenienti da paesi in cui l'ISIS non è arrivato fisicamente. Questi vengono infatti reclutati proprio attraverso la rete, e quindi sopratutto attraverso Twitter. Grazie alla campagna di "sensibilizzazione" portata avanti sui social, gli arruolati nel movimento jihadista sono diventati ormai più di ventimila. 
Dal 2014, anno in cui il Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi è riuscito a prendere il sopravvento in terra irachena, costituendo difatti lo Stato Islamico, gli insorgenti sono stati arruolati da ogni parte del mondo, dall'America all'Australia. 


Tuttavia, a dispetto della qualità della rete internet, gli arruolati arrivati in Siria ed in Iraq provenienti dal nostro Occidente è pari a meno di un quinto del totale. La restante parte è infatti arrivata da stati africani quali Tunisia ed Arabia Saudita. 
Ciò non significa che l'occidente è totalmente apatico alle questioni dello Stato Islamico, ma anzi, anche grazie ai re-twitt dei ragazzi provenienti dal nostro spicchio di mondo è stato possibile arrivare con maggior facilità al cuore dell'Africa settentrionale. 

Altro aspetto dell'eccezionale utilità della rete per i miliziani dell'ISIS è certamente legato alla velocità con cui le notizie riescono a rimbalzare tra i telegiornali di tutto il mondo, contribuendo a, creare nella prima fase, e a far crescere poi la psicosi degli attacchi terroristici

Se ci pensiamo, la mania degli attacchi ai danni di altre popolazioni con diversa ideologia è nata solo ora? Possibile che solo in questo momento storico avvengano delle "guerre civili" così sanguinose? A rigor di logica, l'unica risposta che salta in mente è negativa. Anche l'ISIS, che, ricordiamo, è stato fondato nel 1999 ha una storia sanguinosa alle proprie spalle ma la sua conoscenza con il mondo Occidentale è avvenuta solamente negli ultimi anni. 
Per esperienza personale, ho avuto l'opportunità di ascoltare personalità strettamente legate al mondo islamico, le quali hanno unicamente confermato il mio pensiero. Dalla loro voce, ho potuto capire ancora meglio che la fama dello Stato Islamico proviene soltanto da Internet, luogo in cui l'intimidazione aumenta grazie ai numerosi video che gli stessi miliziani pubblicano sul tubo ed alle visualizzazioni che gli stessi ottengono giorno dopo giorno.



Infatti, altri gruppi come Boko Haram e Al-Qaeda, il cui leader Osama Bin Laden è stato oggetto quasi leggendario per via della sua uccisione da parte dei commilitoni americani, molto prima sono saltati all'onore della cronaca, anche grazie al boom della televisione, per via dell'efferatezza con cui hanno agito nel corso degli anni e non per le loro "campagne pubblicitarie". Ma ancora prima, tanti sono stati i miliziani che hanno organizzato stragi, senza mai balzare all'attenzione di noi occidentali perchè totalmente sprovvisti di mezzi di comunicazione ugualmente efficaci, come lo è la rete globale.

Può la rete fare unicamente del bene alla causa dello Stato Islamico?

In rete però avviene una "seconda guerra", la quale ha l'intento di ridimensionare questo arruolamento di unità attraverso Twitter. 
L'azione è portata infatti avanti dagli hacker attivisti di Anonymous, i quali, grazie alle tante conoscenze nel mondo informatico, stanno evitando l'oscurantismo religioso che l'ISIS vuole assolutamente portare su Internet, attraverso la disattivazione di diversi profili Twitter appartenenti agli attivisti, rendendo difatti inutile la propaganda sui social.



Ma la rete è un'arma a doppio taglio, lo sappiamo tutti. Proprio a riguardo di questo punto possiamo citare l'episodio che ha reso nuovamente protagonista lo Stato Islamico e gli Stati Uniti d'America. 
Lo scorso 15 Giugno 2015 è infatti avvenuto qualcosa che può farci capire come l'organizzazione può essere sgominata in pochissimo tempo proprio grazie alle tecnologie moderne. Come molti di voi ricorderanno, in quel giorno di ormai tre mesi fa, la rete ha accolto un selfie di un combattente per la causa islamica (si, anche i Jihadisti hanno la passione per gli autoscatti ndr.). Prontamente un generale americano è riuscito a geolocalizzare il luogo preciso in cui la foto è stata scattata, per poi far esplodere la base segreta dell'organizzazione con l'aiuto di tre bombe. 

E questo è solo l'evento più emblematico questo genere di "disastrosi inconvenienti" per il Califfato.


Dunque, la stessa rete utilizzata per propagandare le proprie conquiste, come il più recente tentativo di distruzione del tempio di Bel della città siriana di Palmira, può rivelarsi essere molto simile ad un boomerang ed al principio con cui funziona

Se colpiscono qualcosa con la rete, questa può rivelarsi straordinariamente pericolosa per l'immensa quantità di strumenti che ha a disposizione per andare a scovare con precisione in luogo in cui il messaggio o altro ha iniziato a circolare. Per questo motivo gli organi superiori del Califfato hanno emanato un editto, impedendo alla totalità dei miliziani di utilizzare degli iPhone per comunicare o per lanciare messaggi in rete. Ma non solo gli smartphone di Apple possono essere rintracciati, dunque basterebbe semplicemente trovare il modo per arrivare a capo di questa situazione per porre rimedio a questo terribile massacro.

Ah, non penserete ancora che il motivo di tutto ciò sia legato prettamente alla religione, no?


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